Certificazione etica contro i caporali del vino
La denuncia di Giancarlo Gariglio, uno dei curatori della guida sul vino di Slow Food, secondo il quale nelle vigne di Langhe e Monferrato lavorerebbero “schiavi macedoni, assoldati da loro connazionali che agiscono da veri e propri caporali” ha scosso profondamente il mondo dei barolisti. La Cia di Cuneo ha scritto ai suoi consociati della zona del Barolo, un centinaio tra gli 11 Comuni del disciplinare, per invitarli prendere le distanze da chi si serve di dubbie cooperative in vigna ed a sottoscrivere una “certificazione etica” per dichiararsi pubblicamente estranei a qualsiasi forma di “caporalato”. E la risposta è stata immediata e positiva.
La denuncia di Giancarlo Gariglio, uno dei curatori della guida sul vino di Slow Food, secondo il quale nelle vigne di Langhe e Monferrato lavorerebbero “schiavi macedoni, assoldati da loro connazionali che agiscono da veri e propri caporali” ha scosso profondamente il mondo dei barolisti. La Cia di Cuneo ha scritto ai suoi consociati della zona del Barolo, un centinaio tra gli 11 Comuni del disciplinare, per invitarli prendere le distanze da chi si serve di dubbie cooperative in vigna ed a sottoscrivere una “certificazione etica” per dichiararsi pubblicamente estranei a qualsiasi forma di “caporalato”. E la risposta è stata immediata e positiva.
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